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						À LA LUNE 
						 : 
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						A Silvia 
						 : dal "I Canti"
  Poetry 2004-12-21 (101451  hits) 
 
						
						À SILVIA 
						 : 
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						À soi-même 
						 : 
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						Alla Primavera 
						 : Canti-XVIII
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						Alla sua donna 
						 : Canti-XXI
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						ALL'ITALIA 
						 : dal "I Canti"
  Poetry 2004-12-21 (19644  hits) 
 
						
						Către lună 
						 : Traducere de Vasile Romanciuc
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						Către mine însumi 
						 : Traducere de Vasile Romanciuc
  Poetry 2009-05-14 (15945  hits) 
 
						
						Errant ici alentour… 
						 : 
  Poetry 2019-11-08 (3373  hits) 
 
						
						IL PRIMO AMORE 
						 : dal "I Canti"
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						Infinite 
						 : 
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						Infinitul 
						 : Traducere de Vasile Romanciuc
  Poetry 2009-05-14 (23009  hits) 
 
						
						LE CALME APRÈS LA TEMPÊTE 
						 : 
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						Le passereau solitaire 
						 : 
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						LE SAMEDI DU VILLAGE 
						 : 
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						LE SOIR DU JOUR DE FÊTE 
						 : 
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						LE SOIR DU JOUR DE FÊTE 
						 : 
  Poetry 2019-11-06 (3873  hits) 
 
						
						L’INFINI 
						 : 
  Poetry 2019-11-06 (3947  hits) 
 
						
						L’Infinito 
						 : 
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						Passero Solitario 
						 : IV
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						Pensieri 
						 : 
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						Pensieri 
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						To Himself 
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						To Silvia 
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						To the moon 
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			| Biography Giacomo Leopardi
 
 Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798, dal conte Monaldo e Adelaide Antici. Nel 1803 l’amministrazione dei beni familiari è tolta al padre, che si ritira quindi in una velleitaria attività di letterato dilettante, e passa nelle mani della madre. L’atmosfera di casa Leopardi non è felice ed è caratterizzata dall’indole della madre, severa, bigotta e povera d’affetti. Il giovane Giacomo inizia nel 1807 gli studi con i fratelli Carlo e Paolina, inizia a comporre piccoli componimenti poetici e cerca un proprio spazio autonomo all’interno di un’educazione di chiaro stampo controriformistico. Tra il 1813 e il 1816 inizia da solo lo studio del greco; si dedica a ricerche erudite e a varie indagini filologiche sorprendentemente rigorose e precise. Politicamente sposa le idee ultralegittimiste del padre. Nel 1817 pubblica sullo «Spettatore» l’Inno a Nettuno, fingendo trattarsi della traduzione di un originale greco, e due odi apocrife in greco, presentate come autentiche. Inizia la sua amicizia epistolare con Pietro Giordani ed inizia lo Zibaldone, il grande diario intellettuale che continuerà sino al ‘32. Nel 1818 si conclude la sua conversione politica che lo porta a diventare un patriota repubblicano e democratico. Nel 1819 le cagionevoli condizioni di salute lo obbligano a sospendere gli studi; tutto ciò è una spinta a chiarire la propria condizione di solitudine, di noia, e a maturare il suo pessimismo ancora indeterminato. È in questo periodo che scrive L’infinito e Alla luna. nel 1820 continuano le composizioni poetiche come, ad esempio, La sera del dì di festa. Nel 1822 si reca a Roma, il primo viaggio fuori da Recanati: rimarrà molto deluso. Nel 1823 ritorna a Recanati dove analizza la decadenza nazionale e gli effetti nefasti della Restaurazione. Nel 1824 scrive la maggior parte delle Operette morali e l’anno dopo parte per Milano, dove prende contatto con l’editore Stella, e poi passa a Bologna. Nel 1827 si trasferisce a Firenze dove conosce Alessandro Manzoni; i due non si capiranno, troppo diversa è l’indole personale. Nel 1828, finiti i mezzi di sostentamento, dopo aver composto A Silvia, è costretto a far ritorno a Recanati. Nel 1829 compone: Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il Sabato del villaggio. Poco dopo aver concluso il Canto notturno, nel 1830, torna a Firenze ed inizia l’amicizia con un esule napoletano: Antonio Ranieri. Nell’aprile 1831, durante i moti dell’Italia centrale, escono i Canti per l’editore Piatti. Nel 1833 Giacomo si trasferisce con il Ranieri a Napoli; i due vivono in condizioni economiche estremamente precarie. Nel 1835 escono i Canti per l’editore Starita di Napoli; vi compaiono nuove poesie tra cui Il passero solitario e il cosiddetto ciclo di Aspasia (Il pensiero dominante, Amore e Morte, Consalvo, A se stesso, Aspasia). Muore, a 39 anni, nel 1837 a Napoli durante un’epidemia di colera: il Ranieri a stento riesce a sottrarne il corpo alla fossa comune.
 
 
 
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