il vento setaccia neve sull’umida prigione di Baudelaire
il brivido d’un caldo corpo
decolla ai serafini in purezza
l’amore seduto in quel divano ha due seni rotondi
mentre la notte si butta a coperchio sul mondo

lei pianta il capo nella rete delle tue braccia
le ombre si picchiano verso il soffitto
gelose
al tuo cuore parola s’inchina al battito
non sono mai colpevoli di troppo amore gli amanti
superato il muro freddo della paura
ti venga convertita l’anima al lusso dei piaceri
i sacri ordini di chi s’amò ora son tombe
sparse nei tanti gironi di terra e buio

lei è Maestà dove tu Sfinge
contempli ignaro dei millenni in fuga
sia di monsieur Lucifero
la mensa delle beatitudini
dove accarezzarle il fuoco
e torce tu e lei
ignari del trambusto d'una vita aliena
non è forse triste un minuto d’attesa senza fiamme
in cui lasci la tua e la sua bocca
non v’è sovrana più forte della Tenebra
che ruba ai suoi idoli il tempo per amarsi
ali donarti il sogno per un altro sogno
perché non si può dare ai vermi l’ardore

se Baudelaire aprisse le stanze di quest'Inferno
coprirebbe di buon vino i singhiozzi dei barbari
che non ascoltano dell'amore il passaggio
ma ne carezzano la storia in qualche astratto poema